giovedì 20 marzo 2008

bozza comunicato contro Mastacchi

Le nostre domande a Mastacchi


Non ci convincono per niente le idee espresse dall’assessore Mastacchi in merito alla gestione dei rifiuti nel nostro Comune, e non ci convince per niente la stessa gestione.
In particolare siamo molto critici su alcuni punti che l’Assessore da per scontati e invece scontati non sono per niente, per nessuno.

1. Trasparenza: Oramai ognuno di noi con un semplice clic sul computer può accedere a informazioni su comuni virtuosi in merito alla gestione dei rifiuti e così capire che le affermazioni dell’Assessore sembrano fuori luogo. Per il poco che ne sappiamo, la trasparenza non è l’elemento che contraddistingue la gestione dei rifiuti in Italia come nel nostro territorio (il sito Tekneko non è aggiornato dal 2006 e sul sito del Comune non è mai apparso il regolamento della gestione dei rifiuti).
2. Discariche: nel box in alto all’articolo veniva citata una notizia non proprio rassicurante. La discarica del Tafone è stracolma. Quindi che facciamo? Mi pare un controsenso affermare che staremo con le mani in mano, che non attiveremo campagne di raccolta differenziata “porta a porta”, perché costerebbe troppo; e però siamo al termine dello spazio disponibile per lo stoccaggio dei rifiuti nella discarica del Tafone.
3. Porta a porta: I comuni si stanno attrezzando in direzione opposta a quello che sostiene l’Assessore. E’ oramai accertato che la gestione dei rifiuti con cassonetti stradali è fallita, deresponsabilizza il cittadino che non vede l’importanza pratica della buona raccolta differenziata e come possono dimostrare amministrazioni come quelle di Capannori in Toscana, forse i costi non sono così proibitivi. Con il metodo Porta a porta con tariffa premiante si ottengono, e i dati e le esperienze in giro per l’Italia lo dimostrano, dati incredibili di percentuali di differenziazione, con grande vantaggio per l’ambiente e con una grande ricaduta dal punto di vista occupazionale e imprenditoriale dal momento che il riutilizzo del materiale differenziato costituisce un vero e proprio settore di business in ogni parte d’Italia in cui la differenziata funzioni a buoni livelli. Le idee di cui parlavamo sopra sono oramai affermate in giro per l’Italia e non si capisce come da noi stentino a prendere piede. O meglio noi qualche idea in merito l’abbiamo maturata. Per esempio è evidente che il mantenimento del cassonetto stradale aumenta il quantitativo di indifferenziato nella somma totale dei rifiuti, e quindi amministrazioni pubbliche legate da contratti pluriennali che impongono un quantitativo costante di indifferenziato sono con le mani legate e cercano in tutti i modi di farci credere che sarebbe troppo oneroso cambiare strada.

Purtroppo Orbetello è lontana da questi dati e da queste tendenze. Nessun piano formativo per far capire alla cittadinanza l’importanza di una corretta gestione dei rifiuti, nessun accordo con le imprese per coordinare azioni, piani che comportino la riduzione dei rifiuti alla fonte.
Pensiamo per esempio all’importanza di tornare all’utilizzo della fornitura di detersivi alla spina, con una radicale riduzione dei rifiuti e un sostanziale abbattimento dei costi per quanto riguarda la spesa quotidiana del consumatore. Sul piano dei costi, ogni tanto girando per la rete si trovano dei bandi che aiutano le amministrazioni comunali ad affrontare questi cambiamenti.
Noi ad esempio avevamo scovato un bando della provincia di Grosseto, inserito nella campagna per la riduzione della produzioni dei rifiuti, molto carino, che si prestava benissimo alle esigenze di chi avesse la buona volontà di invertire la rotta. Il bando metteva a disposizione fino a €30.000 per attivare buone pratiche di riduzione dei rifiuti alla fonte. Evidentemente è più facile trovare certi bandi a chi come noi lo fa nei ritagli di tempo, che a chi sta tutto il giorno a lavorare su questi temi. Perché il comune non offre sostegno tecnico all’associazionismo in questo tema?
In conclusione, ci rendiamo conto della delicatezza della questione, sarebbe mettere in discussione un sistema di gestione oramai decennale. Sarebbe come sconfessare tutto ciò che si è fatto in questi anni, e ci rendiamo conto che questo è politicamente molto difficile. Tuttavia è proprio questo che i cittadini chiedono: idee che riescano invertire la rotta di un modello di gestione dei rifiuti che non ha futuro. Il portare come scusa per un non-cambiamento l’eccessivo costo non fa altro che dimostrare ancora una volta la miopia della gestione della cosa pubblica, interessata al pareggio di bilancio del breve periodo più che alla buona gestione. La riforma della gestione dei rifiuti è una necessità, si deve ricercare il modo migliore e con costi minori ma non si può pensare di non effettuarla.

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