lunedì 16 febbraio 2009

poesia e politica

Grazie ad un fantastico Virgilio ascoltato alla radio, ho conosciuto questa poesia che ci permette,per un giorno, di sollevarci dalle pastoie quotidiane:


Siamo figli dell'epoca,
l'epoca è politica

Tutte le tue, nostre, vostre
faccende diurne, notturne
sono faccende politiche.

Che ti piaccia o no,
i tuoi geni hanno un passato politico,
la tua pelle una sfumatura politica,
i tuoi occhi un aspetto politico.

Ciò di cui parli ha una risonanza,
ciò di cui taci ha una valenza
in un modo o in un altro politica

Perfino per campi, boschi
fai passi politici
su uno sfondo politico.

Anche le poesie apolitiche sono politiche,
e in altro brilla la luna,
cosa non più lunare.
Essere o non essere, questo è il problema.
Quale problema, rispondi sul tema.
Problema politico.

Non devi neppure essere una creatura umana
per acquistare un significato politico.
Basta che tu sia petrolio,
mangime arricchito o materiale riciclabile.
O anche il tavolo delle trattative, sulla cui forma
si è disputato per mesi:
se negoziare sulla vita e la morte
intorno a uno rotondo o quadrato.

Intanto la gente moriva,
gli animali crepavano,
le case bruciavano
e i campi inselvatichivano
come in epoche remote
e meno politiche
(Wislava Szymborska)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Uomo colto e sensibile Cederna, nel senso più nobile del termine...la Szymborska è meravigliosa e le sue parole bastano a se stesse :)

Federica

marco ha detto...

Grazie dell'intervento. Concordo su tutto, Cederna è un raccontatore eccezionale e io (Marco) gli invidio i viaggi e le storie.
Ciao