mercoledì 22 aprile 2009

cultura ad Orbetello


Quale migliore occasione per rinverdire la discussione su Orbetello e la mia vocazione di paesologo stimolata da quello che Roberto Saviano indica come "uno dei poeti più importanti di questo paese", di un incontro con Giovanni Damiani.
Guardiano della storia orbetellana, animatore del circolo culturale "G. Mariotti" e di questo blog, con uno come Giovanni non ti resta che ascoltare le 1001 idee che ha sul passato del paese e sul futuro. Lo incontro in biblioteca e ovviamente il discorso di incentra sulla cultura, sul ruolo della biblioteca, la sua fruizione, il ruolo dell'associazionismo, la politica e molto altro.
La particolarità di quest'uomo è quella di studiare su ogni argomento che intende affrontare le soluzioni organizzative e legislative più consone alle esigenze. Non parla mai a vanvera. Non scrive cose senza essersi documentato. Insomma uno studioso serissimo. Uno a cui si dovrebbe assegnare l'assessorato alla Cultura sine die. E invece ti racconta di relazioni dettagliatissime sullo stato della Cultura orbetellana sottoposte a chiunque e costantemente ignorate, di idee proposte a tutte le componenti politiche e sistematicamente disattese...insomma tutto il campionario possibile e immaginabile dell'ignavia paesana!
Ovviamente per entrare nel merito delle idee, aspettiamo un contributo dello stesso Giovanni. Per ora ci limitiamo a tenere accesa la discussione sollevata da un post precedente, la quale ci sembrava proficua e interessante.

6 commenti:

guaina ha detto...

Dimenticavo un' altra persona il cui parere deve essere massimamente tenuto in considerazione è Roberto il bibliotecario.

Mi auguro con tutto il cuore che partecipi al dibattito... Non so se lo trovate ancora in biblioteca, perchè per quel che mi ricordo è assai vicino alla pensione.


Comunque anche a lui mando i miei saluti.
Avvicinare Giovanni è stata una bella mossa. Ora allarghiamo la circonferenza.
Per metà maggio le Signorie Vostre organizzino una riunione sul tema.
Che ne pensate?


Ah ricordate... se quando entrate in biblioteca, al cospetto del bibliotecario, vi sentirete domandare:
buondì ecfrastica utenza non ponga caso al mio colbacco e mi puntualizzi i suoi appetiti culturali...

tranquilli non è Roberto!!

Anonimo ha detto...

Ci pensavo, no, e mi veniva da pensare che "cultura" ha un campo semantico ormai dilatatissimo: voglio dire, scrivendo, pronunciando o pensando questa parola abbiamo svariati sinonimi da attribuirle. Tutti sbagliati. Ovvero, tutti giusti, laddove se la cultura si fa sottile è autorizzato il suo utilizzo -nominale- pretestuoso e divulgato.
Dunque, Orbetello. Cultura è perlopiù sinonimo di archeologia. Etruscologia, sienofilia, ispanografia, qualche saraceno e molti presidios, storia locale (anche qui il senso è dilatatissimo). Le origini, insomma. E il prodotto, che siamo noi: un vuoto di memoria che svuota il centro e lo riempie di adulatori del relax. Qualora l'archologia venisse a mancare, ecco, c'è pronta la biologia. Altro vago e licenzioso sinonimo di culutra. E allora alghe, pesci, meraviglie naturali (dimenticavo: la cultura è anche etologia!), uccelli e quant'altro.
Tutto questo, per quanto apprezzabile (e in scarsa misura apprezzato), lo trovo stantìo. Puzza. Sempre a frugarci nei calzini, sempre a rovistare in qualche meandro di memoria per ricnasare scordando il presente maciullato della cultura orbetellana. Che potrebbe essere, a fare gli illusi e immaginifici, anche altro da etruschi e pesci (che peraltro io ammiro e rispetto, nessuno mi fraintenda).
Allora, il presentare proposte al comune, tutto sommato di stampo culturale, nel senso, perdonatemi, stantìo della parola, non è entusiasmante. Magari imparare a essere, indipenentemente dall'amministrazione, culturali in un senso più ampio, quello sì, potrebbe essere un punto di partenza. Però è pericoloso. Allora il dilemma è: esiste una mediazione?
Bo.

Uno che non si vuol firmare

Guaina ha detto...

beh che la parola cultura abbia un campo semantico dai confini incerti e dilatati è cosa di cui sono a conoscenza da anni( provate a chiedere a 10 antropologi culturali che cosa sia la "cultura" e vi daranno 10 risposte diverse tutte valide magari).
Effettivamente potremmo essere un pochino più underground... (per esempio l' anonimo di prima ha scordato di abbinare alla cultura la gastronomia!)
Sì... non si capisce perchè il massimo limite storico a cui possiamo arrivare non vada più in la dell' inflazionato Balbo.
Si parla tanto di Engy e di valorizzare il patrimonio culturale orbetellano e poi la testa non oltrepassa porta Medina... Eppure per gustatus du mezze installazioni davanti al baraka siamo riusciti a vederle pure a orbetello. Magari la prossima volta mentre le vediamo sentiamo sotto pure un pò di musica ( elettronica- magari!)
Essere indipendenti dal comune significa due cose: autofinanziamento e mancanza di patrocinio ( per carità un iniziativa culturale avvallata dal marchio dop " Comune di Orbetello" fa anche un pò tenerezza), tuttavia io non sono al corrente di tante cose per cui rinnovo il mio invito: a metà maggio, incontro sul tema. E cerchiamo di coinvolgere anche chi è esterno a sv ma ha sempre avuto a cuore la cultura orbetellana, anche quella che pensa ad un archibugiere spagnolo che caccia una folaga con una spigola in bocca.

Sempre un caro saluto a tutti!
Guaina

Guaina ha detto...

no ho riletto male e ho sbagliato a mettere lì una parentesi: non abbino la gastronomia al significato della parola
underground, tutt' al più multietnico se di un contesto metropolitano e di cucina stiamo parlando.
Insomma underground o no ( alla fine Guaina

Guaina ha detto...

...scusate il computer fa le bizze

insomma underground o no... che poi il nostro è un paese e quindi la parola stessa verrebbe travisata... comunque io parlavo di buttare un occhio alla contemporaneita,a quello che c'è ora in giro.
Di nuovo tanti cari saluti
Guaina

Giovanni Damiani ha detto...

Con un certo ritardo, per motivi familiari, ma anche per un po’ di stanchezza prodotta dall’età ormai avanzata, ho letto sul blog “SCINTILLA VERDE” un articolo interessante intitolato “Cultura ad Orbetello” e diversi commenti altrettanto interessanti.
In primo luogo, voglio ringraziare l’estensore dell’articolo per le lusinghiere parole circa la mia attività (volontaria) per lo sviluppo culturale nel nostro Comune. Ma ciò conta fino ad un certo punto.
Quello che conta è la necessità di comprendere bene il perché delle mille delusioni sofferte nel corso degli anni da molti di noi, per la chiusura mentale contro cui hanno cozzato e continuano a cozzare le idee che hanno per tema lo sviluppo della cultura, attraverso il ruolo che dovrebbero avere le istituzioni locali, il Comune, la biblioteca, l’archivio storico, le Pro Loco, i nostri amici politici o amministratori (sic), l’associazionismo e il volontariato, bene straordinario che quando si sviluppa fa progredire tutta la comunità, culturalmente ed economicamente. Ciò permetterà di fare un quadro informato dei problema che stanno dietro a questa stato di arretratezza mentale, che aiuterà a realizzare qualche progetto serio e realizzabile sul quale trovare il consenso della maggioranza dei cittadini e le persone disposte a battersi per realizzarlo.
Certo, non sono problemi facili, occorre voglia di lavorare senza pensare troppo ai propri interessi e al proprio orticello, e insieme avere voglia di voler sacrificare un po’ del proprio tempo libero per studiare seriamente i problemi sotto ogni punto di vista, culturale, sociale, economico, legislativo, politico.
Sono certamente disponibile a dare un contributo di idee e possibilmente anche di lavoro, che entri nel merito delle tante idee (che ormai non sono più solo idee), nell’interesse della nostra comunità, dando fin da ora la disponibilità ad incontri per cominciare a parlarne.

Giovanni Damiani